Durante la pandemia io e i miei colleghi abbiamo avuto modo di provare concretamente l’efficacia della terapia online. Sicuramente non ha la forza dell’incontrarci di persona, ma in ogni caso si è rivelata fondamentale e le persone che hanno seguito percorsi psicologici in videocall hanno comunque ottenuto dei benefici.

Ma che cosa si diceva nell’ambito scientifico prima della pandemia? Ho analizzato quattro articoli scientifici riguardanti la psicoterapia in videoconferenza pubblicati dal 2003 al 2014:

• Stephen Goss e Kate Anthony (2003), Technology in Counselling and Psychotherapy. A Practitioner’s Guide.
• Penny E. Bee, Peter Bower, Karina Lovell, Simon Gilbody, David Richards, Linda Gask e Pamela Roach (2008), Psychotherapy mediated by remote communication technologies: a meta-analytic review.
• Autumn Backhaus, Zia Agha, Melissa L. Maglione, Andrea Repp, Bridgett Ross, Danielle Zuest, Natalie M. Rice-Thorp, James Lohr e Steven R. Thorp (2012), Videoconferencing psychotherapy: A systematic review.
• Susan G. Simpson e Corinne L. Reid (2014), Therapeutic alliance in videoconferencing psychotherapy: A review.  

Leggendoli ho potuto apprendere che erano tutti in accordo sui punti che seguono:

• I pazienti che hanno sperimentato consulenze psicologiche online sono rimasti soddisfatti (in alcuni studi i pazienti hanno addirittura mostrato un maggiore grado di soddisfazione per le sedute in videoconferenza rispetto a quelle tradizionali).
• Gli psicologi inizialmente si sono dichiarati riluttanti e in alcuni casi hanno mostrato qualche forma di pregiudizio sull’uso della videoconferenza in terapia.Tuttavia dopo un breve periodo hanno adattato con successo il loro modo di lavorare al mezzo.
• La terapia in videoconferenza e altre piattaforme si è dimostrata un metodo di intervento efficace (al pari di quella faccia a faccia) per un’ innumerevole serie di problematiche tra cui:

• • Ansia.

  • Depressione.

  • Disturbi alimentari.

  • Sostegno e supporto psicologico in caso di malattie

  • Sostegno e supporto psicologico in caso di problematiche relazionali. 

  • Disturbo da stress post traumatico.

L’uso di piattaforme come Skype non pregiudica la creazione di una relazione di fiducia tra paziente e psicologo. Si è visto che entrambi modificano il loro modo di comunicare per adattarlo alla tecnologia, sentendosi così agenti attivi della comunicazione (in misura addirittura maggiore rispetto a quanto accade nella psicoterapia faccia a faccia).

Le sedute su piattaforme di videoconferenza permettono di ridurre i costi di accesso alle sedute e facilitano tale accesso a persone che non ne avrebbero la possibilità.