Nel corso del Novecento sono stati svolti vari studi che avevano come tema centrale il rapporto tra il bambino e la figura d'attaccamento.
Già nella prima metà del secolo scorso sono nate le prime teorie verificate, che trattavano il tema del ruolo dell'attaccamento nell'ambito dello sviluppo psico-fisico del bambino.
Un traguardo cruciale, però, sono gli studi effettuati da John Bowlby, che viene considerato come la figura di spicco per quanto riguarda questa teoria. Sebbene non sia stato il primo ad occuparsi di tale teoria, Bowlby non si è fermato ad approfondire pulsioni e istinti, ma ha indagato più a fondo, andando a ricercare le motivazioni intrinseche che legano la madre (figura primaria) al bambino.
Infatti, lo psichiatra inglese ha evidenziato come il bambino non cerchi dalla mamma solamente cibo e nutrimento ma qualcosa di più, ovvero desiderio di protezione, di calore, di serenità e di sensibilità. Da questa intuizione, nasce la sua indagine sulle conseguenze che scaturiscono dai vari tipi di attaccamento (divisi in attaccamento sicuro e attaccamento insicuro) e sui meccanismi che si generano da questa tipologia di relazione.
Quali sono i principi che stanno alla base della teoria dell'attaccamento?
Quando parliamo, in psicologia, della teoria dell'attaccamento ci riferiamo a un comportamento che consegue o mantiene una vicinanza verso una figura di riferimento, che può aiutare ad affrontare il mondo in maniera adeguata.
Secondo il pensiero di Bowlby, ad esempio, il gesto della madre di prendere in braccio il figlio che piange è una risposta adeguata, da parte di quest'ultima, verso una manifestazione di disagio che il piccolo esprime. Per Bowlby l'attaccamento possiede infatti un ruolo determinante nelle relazioni che si creano tra gli esseri umani. Con i suoi studi è riuscito a dimostrare che lo sviluppo della personalità è condizionato, soprattutto, da un corretto attaccamento alla figura materna (o a un suo sostituto).
I principi della teoria dell'attaccamento di Bowlby scaturiscono dalla lettura dei lavori etologici sviluppati da Tinbergen e Lorenz. Infatti, gli spunti principali derivano dall'imprinting e dagli esperimenti condotti da Harlow sui macachi.
Le diverse fasi tramite cui si sviluppa l'attaccamento
Secondo John Bowlby le fasi che consentono al legame di attaccamento di svilupparsi sono quattro, ovvero:
- la prima va dal momento della nascita alle 8-10 settimane. In questo periodo, il bambino non sa distinguere le persone che gli stanno intorno, sebbene tramite la voce e l'odore riesca a riconoscere la mamma. In seguito, inizia a sviluppare delle capacità di relazionarsi molto più selettive, specialmente con la madre;
- dal sesto al settimo mese, invece, il piccolo migliora il modo di distinguere le persone con le quali entra in contatto;
- a partire dal nono mese, notiamo una maggiore stabilità dell'attaccamento con la figura di riferimento, di cui richiama l'attenzione e che usa come punto di partenza per l'esplorazione dell'ambiente circostante, cercando sempre il consenso e la protezione;
- fino ai 3 anni il comportamento di attaccamento del bambino rimane uguale, mentre successivamente inizia a sviluppare le capacità di mantenimento della sicurezza e della serenità anche in ambienti sconosciuti, anche se in compagnia di figure secondarie di riferimento. A questo si aggiunge la sicurezza che la figura primaria farà ritorno in poco tempo.
Quali sono i diversi stili di attaccamento e in cosa consiste la differenza tra attaccamento sicuro e insicuro?
Osservando e valutando con specifiche modalità tecniche i comportamenti dei bambini, possiamo distinguere quattro diversi stili di attaccamento. Questi stili si sviluppano in base alle risposte che il caregiver (cioè la persona che si prende cura di lui) dà al piccolo. Questi sono:
- attaccamento sicuro. Se la figura di riferimento riesce a donare presenza, affetto e comprensione al bambino, quest'ultimo creerà una immagine di se stesso come persona degna di amore e avrà maggiori possibilità di sviluppare autostima, fiducia negli altri e sicurezza. Vuol dire, quindi, sentirsi protetti e a proprio agio;
- attaccamento insicuro-evitante. Nel caso in cui il caregiver dimostri al bambino poca disponibilità e scarsa presenza, evitando il contatto fisico e ignorando i segnali del figlio, il piccolo tende a sviluppare questo tipo di attaccamento, ovvero insicuro-evitante. Imparerà, dunque, a bastare a se stesso, senza fare affidamento sugli altri. Il bambino, anche se in situazioni difficili, tenderà a non mostrare segnali di disagio e sembrerà apparentemente calmo;
- attaccamento insicuro-ambivalente. In questo caso, il genitore mostra un comportamento non costante, ma altalenante e incoerente. Si alternano, per il bambino, momenti di conforto e contatto ad altri di rifiuto. Questo genera nel piccolo ansia e percezione di essere una persona da amare con discontinuità, cercando sempre conferme di affetto;
- attaccamento insicuro-disorganizzato. Questa tipologia è vissuta dai bambini che hanno subito abusi, presenza di genitori problematici (per motivi di dipendenze o altre situazioni di disagio familiare). Il caregiver, in questo caso, trasmette disagio e paura: in genere è un adulto che trasmette paura in quanto è egli stesso spaventato o perché mette in atto comportamenti disfunzionali che spaventano il bambino invece che rassicurarlo.
È chiara, quindi, la differenza tra attaccamento sicuro e attaccamento insicuro. Nel primo caso il bambino percepisce la protezione della propria figura di riferimento, mentre nel secondo c'è instabilità, eccessiva dipendenza e paura di abbandono nell'attaccamento mamma bambino.
La caratteristica del legame di attaccamento tra madre e bambino
La caratteristica più importante dei legami di attaccamento tra madre e bambino è che le madri che sono disponibili ai bisogni del figlio riescono a stabilire con lui un senso molto forte di sicurezza.
Infatti, il piccolo sa che in questo caso il caregiver è affidabile e questa certezza permette di creare una base sicura che gli permette di poter esplorare il mondo con serenità.
Come influisce l'attaccamento nella vita del bambino e nello sviluppo della personalità
L’attaccamento mamma-bambino, e la dipendenza affettiva che da questo rapporto può generarsi, ha delle evidenti conseguenze sullo sviluppo della personalità. Questo avviene perché le esperienze di accudimento danno vita a un serie di sentimenti su se stessi.
Il piccolo penserà, quindi, di essere degno di comprensione se ha vissuto un attaccamento sicuro, mentre, nel caso contrario, si sentirà sempre allerta e non amato. Ciò significa che il modo prevalente in cui il genitore risponde ai segnali di aiuto inviati dal figlio determinano la sua "mappa cognitiva e affettiva".
Il problema nasce nel momento in cui le aspettative affettive che i bambini sperimentano sono quasi sempre negative. Quest'ultime, infatti, possono generare la costruzione di modelli interni di se stessi negativi, che coinvolgono anche il giudizio degli altri. La conseguenza principale è la possibile nascita di disturbi nella sfera psicologica.
I Modelli Operativi Interni nell’ambito della teoria dell’attaccamento: cosa sono, come si formano, da cosa sono determinati e cosa comportano
È importante chiedersi, in questo contesto, cosa sono i Modelli Operativi Interni. Si tratta delle rappresentazioni mentali che, come sottolineato da John Bowlby, vengono costruite nel periodo di interazione con l'ambiente.
Servono a poter valutare e fare un'analisi delle varie alternative, così da poter scegliere quella che si ritiene più adatta ad affrontare le problematiche che si incontrano. Dunque, consentono al bambino di poter prevedere i comportamenti dell'altro guidando le risposte, specialmente quando si verificano situazioni di bisogno o di ansia.
Per John Bowlby è fondamentale che il rapporto di attaccamento abbia un adeguato sviluppo, in quanto da quest'ultimo scaturisce un corretto sviluppo della persona. Quando, in età adulta, si verificano disturbi a livello psicologico, questi possono ad esempio essere legati a momenti in cui la persona ha attraversato, in età infantile, un distacco importante dalla figura di riferimento.
Infatti, quando si verifica una separazione precoce dal caregiver, si possono generare delle conseguenze negative sulla vita della persona anche nella vita adulta. Queste, tuttavia, possono essere approfondite e indagate grazie ad un percorso di terapia utile a ricostruire il vissuto e a modificare il proprio approccio alla vita quotidiana.
Se ne senti la necessità richiedi subito una consulenza e parla apertamente del tuo problema, nessuno sarà pronto a giudicare ma solo a trovare una soluzione concreta e attuabile in maniera progressiva.