Lo shopping compulsivo rientra in quelle che sono definite nuove dipendenze comportamentali, ma in realtà una sua prima decodificazione si attesta già ad inizio secolo scorso, a testimoniare come quella febbrile esigenza di acquistare beni e prodotti, spesso non necessari, affondi le sue radici nel passato, modulandosi poi in base al periodo storico. Lo shopping compulsivo non è stato inserito nei manuali diagnosi (non è presente né nel DSM-5 né nell'ICD-10); per alcuni autori può essere ascritto all'interno delle dipendenze mentre per altri può essere riconducibile allo spettro ossessivo-compulsivo.

Lo shopping compulsivo è descrivibile come uno stato di agitazione costante derivante dal desiderio di possesso di oggetti, che variano a seconda del soggetto e delle sue inclinazioni. Ciò che accomuna coloro che soffrono di tale problematica è l'impossibilità di arginare l'esigenza, con la conseguenza di spendere ingenti quantità di denaro e di provare una costante frustrazione poiché non si è mai soddisfatti dell'ultimo acquisto ma si smania solo per il successivo. Ciò ovviamente può comportare, come vedremo in seguito, importanti ricadute emotive, familiari, economiche e legali.

Entriamo quindi nel dettaglio e vediamo quali sono i soggetti che maggiormente subiscono il fascino dello shopping e tendono a sviluppare un disturbo in tal senso.

Quali sono i soggetti maggiormente esposti allo shopping compulsivo

Capita nel corso della vita di vivere periodi di stress e malessere che vengono sfogati in uno shopping consolatorio o con altre modalità. Tuttavia, quando questa situazione diviene troppo evidente e costante, deve necessariamente scattare un campanello di allarme per trovare una soluzione ed evitare conseguenze psicologiche e finanziarie ben più gravi.

Secondo i principali studi, la fascia d'età che maggiormente subisce tale patologia è quella delle donne dai 20 ai 31 anni, in quanto il malessere tende a prendere forma in fase giovanile e tende poi ad acuirsi con il passare del tempo. Ovviamente si tratta solo di una statistica perché anche gli uomini possono essere affetti da questo disturbo.

A livello caratteriale, coloro che sono più a rischio sono gli impulsivi, che agiscono usando l'istinto e mettendolo davanti alla razionalità, rispondendo in modo automatico ai bisogni impellenti senza valutarli. Vengono infatti definiti emotional buyer, ossia coloro che si fanno guidare nel sentimento e vedono dell'emozione in ogni acquisto, giustificando la compulsività da questo punto di vista.

Oltre agli impulsivi anche la categoria degli accumulatori potrebbe essere affetta da questo disturbo in quanto non riesce a fare a meno di circondarsi di oggetti, spesso colmando delle lacune emotive con questa modalità.

Comportamenti ricorrenti e fasi dello shopping compulsivo

Coloro che soffrono di shopping compulsivo, ma anche le persone che vivono a stretto contatto con loro, riconoscono una serie di fasi ricorrenti che si susseguono quando sopraggiunge il disturbo.

La prima prevede un senso di ansia e di urgenza, difficile da gestire e arginare, che porta a pensare costantemente all'oggetto del desiderio fino a ricondurre la propria felicità esclusivamente a quell'acquisto, giurando che poi la smania verrà appagata.

Ci si convince quindi della bontà delle proprie intenzioni, mentendo agli altri e a se stessi, così da lasciarsi coinvolgere da un momento di vera euforia ed eccitazione subito prima di completare il piano.

Una volta che si possiede però l'oggetto fra le mani, ci si rende conto dell'importo speso (spesso eccessivo rispetto alle proprie possibilità), della futilità del prodotto e della mancata necessità. Tuttavia, subentra un nuovo desiderio che porta a dimenticare totalmente il precedente, ricominciando questo circolo vizioso difficile da rompere se non con l'aiuto di un terapeuta.

Cause psicologiche ed emotive dello shopping compulsivo

Il disturbo da shopping compulsivo può essere ricondotto a una serie di fattori psicologici, che derivano da problematiche quasi sempre da ricercarsi nel vissuto passato dell’individuo.

In primo luogo l'ossessione è legata all'ansia e all'angoscia, che si ripercuotono in ogni aspetto della vita se non si riesce a stabilire un controllo su questi sentimenti. La scarsa autostima porta invece a rafforzare la propria immagine tramite il possesso di oggetti status symbol, così da apparire e celare quello che realmente si è, considerato non adeguato per se stessi.

Un’altra importante causa è il vuoto emotivo, pertanto è come se si ricercasse amore e gratificazione ricorrendo a se stessi perché probabilmente esistono delle lacune affettive con figure essenziali della propria vita.

Sono inoltre soggetti a questa patologia coloro che dipendono già da sostanze psicotrope o da ludopatia, i quali tendono alla dipendenza in generale e provano a saziare la propria esigenza in tal modo, cadendo vittime di raptus da shopping compulsivo.

Sintomi dello shopping compulsivo

Il primo sintomo che si nota nelle persone affette dallo shopping compulsivo è una smania irrefrenabile e un senso di ansia costante, che porta a pensare esclusivamente a un oggetto con la necessità di possederlo. Si tende quindi a spendere al di sopra delle proprie possibilità economiche e a dire una notevole quantità di bugie, per preservare i rapporti sociali e quelli con i propri familiari che sollevano il problema.

Lo stress sale alle stelle e si perde parecchio tempo alla ricerca di una modalità per perseguire il proprio fine, parlandone ossessivamente e prevaricando altri aspetti della vita, come quelli legati al lavoro, alle amicizie e al rapporto di coppia.

L'ultimo sintomo è quello della frustrazione e del senso di colpa che subentrano dopo l'acquisto facendo un esame della realtà momentaneo ma poi cedendo in tempi brevi a un nuovo desiderio febbrile.

Conseguenze dello shopping compulsivo

Le conseguenze dello shopping compulsivo possono essere di natura economica e psicologica, in alcuni casi molto gravi se non arginate in tempo. Si tende infatti a spendere del denaro che andrebbe destinato ad altre occasioni e comunque si gestisce una vita al di sopra delle proprie possibilità. Per poter placare la smania si sottoscrivono spesso piani rateali, che portano a contrarre debiti poi difficili da saldare.

A distruggersi sono poi i rapporti sociali, sia per la natura ossessiva del proprio disturbo, che porta a concentrarsi solo del proprio oggetto del desiderio, sia per l'emorragia economica che il partner o i familiari faticano ad accettare e che pone tutti in una condizione di difficoltà.

Tale problema è generato dall'ansia ma non fa altro che alimentarla, pertanto ha un forte impatto anche a livello psicologico, aumentando il senso di frustrazione, i sensi di colpa e soprattutto avallando la natura degli accumulatori, sempre più sommersi dagli oggetti per colmare le mancanze emotive non trattate alla radice.

Consigli utili per uscire dallo shopping compulsivo

Per uscire dal circolo dello shopping compulsivo, oltre a ricorrere a un aiuto professionale psicologico, è possibile prendere una serie di accorgimenti che possono contribuire a spezzare la catena.

In primo luogo è utile tenere un diario con tutte le spese, così da avere contezza delle entrate e delle uscite. Prima di completare l'acquisto è importante prendersi del tempo prima di effettuarlo, così da alleviare l'ansia febbrile e riuscire a fare un esame della realtà. Inoltre, pagare in contanti aiuta ad avere il controllo pratico del denaro speso.

Quando i livelli di ansia salgono sopra al livello di guardia, è inoltre opportuno ricorrere a un'occupazione alternativa, come dell'attività sportiva che scarica la tensione o un laboratorio creativo che assorbe corpo e mente per un tempo prolungato.

Terapie adeguate per lo shopping compulsivo

Lo shopping compulsivo è una vera e propria patologia, pertanto necessita di essere trattato da un esperto psicoterapeuta che sappia guidare il paziente in un percorso per andare alla radice del problema.  Il consiglio è cercare un professionista con il quale stabilire un rapporto di empatia, che sappia canalizzare l'ansia trovando la sua causa originaria e incentivare la persona a dedicarsi ad altre attività maggiormente salutari per mente e corpo.

Se ne senti la necessità richiedi subito una consulenza e parla apertamente del tuo problema, nessuno sarà pronto a giudicare ma solo a trovare una soluzione concreta e attuabile in maniera progressiva.

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