L'espressione "body shaming" fa riferimento alla pratica di offendere il prossimo per il suo aspetto fisico o per determinate caratteristiche morfologiche, attraverso insulti, derisioni o allusioni di vario tipo. Può svolgersi di persona oppure attraverso l'uso di applicazioni di messaggistica o dei social media. Nei casi peggiori, la derisione diventa sistematica o persistente. Scopriamo di cosa si tratta e come affrontarlo in maniera efficace.
Origini e significato di body shaming
Ma da dove trae origine questa pratica? In alcuni casi, il body shaming proviene dalle antiche superstizioni popolari, tra cui la discriminazione perpetuata contro chi aveva i capelli rossi o gli stereotipi negativi nei confronti delle persone bionde (biondismo). Ad oggi, non esiste una definizione univoca di "body shaming", in quanto si tratta di un'espressione diffusasi nell'attivismo prima e nella cultura popolare poi. E’ certo, tuttavia, che si possa configurare come una tipologia di violenza che fa leva sull'insicurezza corporea (l'insoddisfazione o il disagio legati al proprio aspetto fisico) e che può assumere le forme dell'hate speech, del bullismo o del cyber-bullismo. Il body shaming (sebbene possa avvenire per entrambi i generi) può essere anche violenza di genere, circostanza che fa delle ragazze e delle bambine bersagli esposti ad aggressioni e offese basate sui commenti negativi inerenti al proprio aspetto fisico.
Questa tipologia di derisione viene praticata soprattutto perché determinate caratteristiche fisiche vengono sempre più spesso considerate non aderenti ai canoni estetici appartenenti alla cultura del luogo o del Paese nel quale la vittima vive. Spesso, infatti, il rispetto di determinati standard estetici è considerato un elemento fondamentale affinché una persona possa essere considerata apprezzabile o degna di rispetto. La vittima di body shaming viene colpevolizzata e indotta a provare vergogna. Finisce per risentirne la sua autostima, la cui carenza può sfociare in disturbi alimentari, depressione, attacchi d'ansia.
Quali sono i soggetti maggiormente esposti al body shaming?
Chiunque può essere colpito da questa forma di discriminazione, dagli adolescenti di ogni genere e orientamento sessuale agli adulti che possiedono determinate caratteristiche fisiche, considerate poco comuni o addirittura bizzarre. Come affermato dallo psicologo britannico Pul Gilbert nel 2007, il body shaming può essere considerato un comportamento o un atteggiamento sociale che ha come obiettivo la derisione del peso corporeo, della corporatura e dell'aspetto esteriore del prossimo. Questo fenomeno ha un forte impatto psico-sociale e negli adolescenti può sfociare in forme di asocialità e nel ritiro dagli ambienti frequentati di solito, piuttosto che nella riluttanza ad interagire e a comunicare con il prossimo.
Le varie forme di body shaming
Considerato il fatto che i canoni di bellezza cui le persone sono spinte ad adeguarsi sono spesso piuttosto difficili da raggiungere e che nessuno è privo di imperfezioni, ci si scontra sempre più spesso con fenomeni di bullismo verbale e virtuale. Esistono diverse tipologie di body shaming, tra cui il "fat shaming", che prende di mira gli individui con qualche chilo di troppo o che soffrono di vere e proprie patologie come l'obesità, ma anche il "thin shaming", il cui obiettivo sono le persone troppo magre o che lamentano disturbi alimentari come l'anoressia e la bulimia.
Le cause del body shaming
Il body shaming è un fenomeno che esiste da sempre. Attualmente, se ne parla di più per la crescente digitalizzazione, che ha promosso la diffusione degli atti discriminatori attraverso il web e una maggiore consapevolezza generale per questo fenomeno. Nel contempo i social media, con la loro ampia diffusione, non hanno fatto che amplificare ulteriormente l’attenzione nei confronti della perfezione dei canoni estetici. Alcuni studi hanno infatti rilevato come oltre il 60% dei contenuti per ragazzi presi in esame descrive le persone in sovrappeso come ostili o poco attraenti, a conferma di quanto l'esteriorità abbia un ruolo centrale nella nostra cultura.
Le conseguenze psicologiche
Il body shaming può avere effetti negativi dal punto di vista emotivo, tra cui una riduzione dell'autostima e la nascita di problemi comportamentali e/o psicologici, tra cui ansia, depressione e gravi disturbi alimentari (anoressia, bulimia, vigoressia, dismorfofobia, binge eating, etc). In particolare, la derisione può scatenare effetti depressivi in grado di deteriorare in maniera drammatica le certezze degli individui convinti che la propria immagine non possa soddisfare determinati criteri sociali e sfociare anche in gesti estremi. I suicidi dovuti al body shaming rappresentano purtroppo la quarta causa di morte nella fascia d'età 15 - 19 anni. Per queste ragioni, è assolutamente dannoso non moderare, nel limite del possibile, ogni comportamento socialmente pericoloso sia dal vivo che virtuale.
Come combattere il body shaming
Questo fenomeno sociale va affrontato tempestivamente e, per fortuna, può essere sconfitto in diversi modi, in base al singolo caso. Negli eventi meno gravi, in cui le condizioni emotive e psicologiche della vittima non destano particolari preoccupazioni, è sufficiente agire sulla resilienza e sulla capacità positiva del soggetto. È molto importante inoltre che la vittima eviti di rivalersi fisicamente. Un comportamento del genere verrebbe perseguito dalla legge, aggiungendo "il danno alla beffa". Qualora la vittima, magari in età evolutiva, dovesse mostrare segni evidenti di disagio o un'alterazione delle proprie abitudini quotidiane (adozione di una dieta fai da te, il taglio delle relazioni sociali, etc), allora sarà importante affidarsi a uno specialista comportamentale. In questi casi, il supporto professionale può rivelarsi determinante. Se la derisione diventa costante e viene praticata da diverse persone, è necessario allertare istituzioni e autorità competenti. A scuola, invece, questi comportamenti vanno immediatamente denunciati a chi di dovere (insegnanti, dirigenti scolastici etc.).
L'importanza della psicoterapia per affrontare il body shaming
Condividere i propri sentimenti con amici e familiari prima e con un professionista poi, è fondamentale per alleggerire il carico emotivo. Poter contare su una rete di supporto può aiutare nei momenti difficili e fare la differenza in meglio. Un percorso di psicoterapia aiuta a creare consapevolezza, a riconoscere il body shaming, a fare un uso sano dei social network e a ricordare che ognuno di noi vale molto di più di qualsiasi immagine postata sui media. Un percorso di terapia insegna anche ad essere gentile con se stesso, ad accettarsi e ad amarsi, nonostante questa possa rivelarsi una sfida complessa, che richiede un lungo lavoro di auto-cura e la pratica della cosiddetta self-compassion.
Se ne senti la necessità richiedi subito una consulenza e parla apertamente del tuo problema, nessuno sarà pronto a giudicare ma solo a trovare una soluzione concreta e attuabile in maniera progressiva.