Negli ultimi anni diversi approcci psicoterapeutici si sono interessati allo studio dello sviluppo della personalità, sottolineando il ruolo delle relazioni d’attaccamento, delle esperienze traumatiche precoci e della dissociazione nella costruzione del Sé. Molto risalto è stato dato alla definizione delle parti della personalità nei pazienti che hanno subito traumi e che presentano sintomatologie gravi, come i disturbi di personalità o il PTSD.
In linea con questi contributi, molti interventi terapeutici si focalizzano oggi sull’integrazione delle parti dissociate in un Sé coeso, e la relazione terapeutica assume un ruolo centrale nella riparazione degli stati dissociati conseguenti a traumi relazionali più o meno gravi e precoci.
In linea con il panorama descritto sopra, l’approccio della Mindful Interbeing Mirror Therapy (MIMT) lavora su questi aspetti, rappresentando però un modello innovativo che prevede l’utilizzo dello specchio in tutte le fasi della terapia: paziente e terapeuta sono posti entrambi davanti allo specchio e interagiscono attraverso la loro immagine riflessa.
Il modello è stato ideato da Alessandro Carmelita e Marina Cirio e si basa sia su un’evidenza clinica, sia su solide basi teoriche e neuroscientifiche (per chi fosse interessato consigliamo la lettura del libro “La mente razionale” di Daniel Siegel).
La sofferenza mentale può essere guardata attraverso due lenti macroscopiche, diverse tra loro ma fortemente correlate: il livello dell’integrazione del Sè da un lato, e la capacità della persona di interagire con il mondo esterno (relazionale, sociale, lavorativo,…) dall’altro. Infatti la costruzione del sé individuale e del mondo relazionale di ciascuno di noi sono fortemente collegate.
L’origine del processo di costruzione della nostra identità è, da un lato, strettamente legata al potersi percepire come individui separati dal resto del mondo, processo che, durante lo sviluppo, culmina con il riconoscimento della propria immagine allo specchio (nei bambini a partire dai due/tre anni).
Dall’altro il processo di costruzione del sé è fortemente collegato alla capacità di percepire e comprendere gli stati mentali ed emotivi degli altri, permettendoci di entrare in modo funzionale in relazione con essi.
Partendo da questa premessa, l’approccio MIMT può divenire un potente veicolo di ricostruzione del proprio sé individuale e relazionale, ma anche una importante occasione per integrare le varie parti della personalità, acquisendo un migliore senso di autoefficacia e stabilità. Appare infatti di primaria importanza definire la varie parti della personalità del paziente, specialmente in caso abbia vissuto esperienze traumatiche e/o arrivi in terapia con sintomi invalidanti.
Allo stesso tempo la relazione terapeutica ricopre un ruolo fondamentale nel lavoro con i nostri pazienti, soprattutto con coloro che hanno sperimentato traumi relazionali durante lo sviluppo.
L’approccio MIMT si basa dunque sulla creazione di una relazione terapeutica stabile ed emotivamente profonda con i pazienti. Inoltre, promuove la compassione (dal latino cum patior - soffro con - e dal greco συμπἀθεια , sym patheia - "simpatia", provare emozioni con: è un sentimento per il quale un individuo percepisce emozionalmente la sofferenza altrui desiderando di alleviarla).
Connessione emotiva e compassione, da questo punto di vista, sono concepiti come ingredienti fondamentali nell’integrazione delle varie parti del sé, ma anche nel fornire nuovi strumenti alla persona per funzionare al meglio nella dimensione relazionale.
La MIMT può dunque essere concepita come una combinazione peculiare e unica di interventi terapeutici mirati alla ricostruzione ed integrazione del sé del paziente, ma allo stesso tempo centrati anche al lavoro sulla relazione con gli altri. Lavorando con la MIMT il terapeuta può trovare una connessione emotiva forte con il paziente e in questo contesto relazionale accompagnarlo in un percorso integrativo, trasformato e ricco di compassione.
Per maggiori info potete consultare il sito ufficiale: https://www.mindfulmirrortherapy.com/